lunedì 24 aprile 2006

Questo che riporto di seguito è solo un esempio della grande attenzione che viene data dalla stampa internazionale alle elezioni in Sicilia:

Rita Borsellino, sola contro la mafia.

La Sicilia, l'isola afflitta dalla mafia e da un
sottosviluppo endemico, potrebbe vivere la prossima
primavera un cambiamento storico. La ragione di questa
svolta si chiama Rita Borsellino, che a sorpresa si è
candidata per il centrosinistra alla presidenza della
regione. Borsellino, sessant'anni e madre di due figli, ha
deciso di dedicare la sua vita alla lotta contro la mafia
da quando, il 19 luglio 1992, la potente organizzazione
criminale uccise suo fratello, il giudice Paolo Borsellino,
e cinque poliziotti della scorta. La vittoria di Rita
Borsellino nelle primarie dell'Unione ha suscitato in
Sicilia un entusiasmo generale.

El País, Spagna [in spagnolo]
http://www.elpais.es/articulo/elpporint/20051226elpepiint_7/Tes

mercoledì 19 aprile 2006

fritto misto
Oggi la Corte di Cassazione ha messo la parola fine al conteggio dei voti. Devo dire che, prima delle elezioni, l'unica mia preoccupazione non era se avesse vinto o no il centro sinistra, ma di quanto. Quanto avrebbe contato la Rosa nel Pugno e, in secondo luogo, l'UDEUR di Mastella?

Rosa nel Pugno. Secondo me questa forza politica ha il merito di essere chiara in ogni sua posizione: non sfocia mai nell' ambiguità cercando di raccattare qualche voto in più come non pochi partiti all'interno dell'Unione, inoltre sostiene con forza posizioni largamente condivisibili, una su tutte la laicità dello Stato, ma anche la liberalizzazione delle droghe leggere. Inoltre ha al suo interno personalità come Emma Bonino, che è una paladina della difesa dei diritti umani, e può dimostrarlo con i fatti. In altre posizioni è nettamente in contrasto con il resto dell'Unione, ne cito tre importanti:

Liberismo: nell'Unione si va da posizioni moderatamente liberiste a posizioni che di liberista non hanno nulla. la Rosa nel Pugno è ultra liberista: uno dei motivi dell'esodo verso il centrosinistra è che Berlusconi non ha fatto le privatizzazione che loro volevano.
Guerra: nell'Unione si spazia dal ritiro graduale al ritiro immediato. La Rosa nel Pugno è contro il ritiro dall'Iraq.
Lavoro: nell'Unione c'è chi vuole cambiare la Legge 30 (legge Biagi), c'è chi vuole abolirla. La Rosa nel Pugno la vuole mantenere.

UDEUR. L'unico motivo di problemi con il resto dell'Unione potrebbe essere dato dall'irrefrenabile desiderio di poltrone a qualunque costo.

Qualcuno obietterà che forse ho dimenticato Rifondazione. Io dico che secondo me non ci sarà alcun problema, visto che questa volta ha firmato il programma e non un semplice patto di desistenza con appoggio esterno come 10 anni fa (l'accordo era: fiducia incondizionata fino all'entrata nell'Euro, poi se ci conviene continuiamo, altrimenti... e sappiamo come è finita). Traspare che Bertinotti ha avuto in questa campagna elettorale un atteggiamento molto ''governativo'' e continua ad averlo anche adesso, persino più di altri partiti dell'Unione.

E' evidente che ho sbagliato: il problema per il centrosinistra era proprio quello di riuscire a vincere.

Berlusconi è riuscito a far credere alla gente di perdere anche quello che non possedevano; è riuscito a fare quello che nessuno nel centrosinistra avrebbe saputo fare: recuperare uno svantaggio abissale in pochi mesi. Certo: il centrosinistra, oltre al fatto che non avrebbe SAPUTO fare una cosa del genere, non la avrebbe POTUTO fare: non possiede alcune qualità insite nel centro destra: demagogia, populismo, arroganza e soprattutto il controllo dei mezzi di informazione.

Ma adesso che l'Unione è riuscita a vincere queste elezioni si può appurare che, avvalorando le mie tesi, l'unico problema potrebbe essere rappresentato dall'UDEUR, visto che la Rosa nel Pugno non ha nessun senatore nella camera più equilibrata numericamente (il Senato).

Mi sono già espresso nel precedente articolo sulle due coalizioni, ma voglio aggiungere qualcosa: oltre a ribadire che l'ex maggioranza è una coalizione tutt'altro che politica, devo aggiungere che gli elettori che 5 anni fa hanno dato il voto ad A.N. o all' U.D.C. non hanno visto pesare per niente il loro voto: i loro parlamentari si differenziavano a parole da F.I., ma dagli atti parlamentari risulta che per 5 anni hanno semplicemente detto sì a tutto (tutto!) quello che ordinava il padrone. E chi, dopo quattro anni e mezzo (...), ha disobbedito (Follini) è stato fatto fuori. Quindi rifiuto l'idea di chi mi dice ''ma io ho votato Fini'', ''ma io ho votato Casini'': a mio parere sono stati semplicemente yes-man. La Lega invece in alcune occasioni è riuscita a portare l'acqua al suo mulino e ha ottenuto qualcosa (cui sono nettamente contrario) puntando sulla paura che facesse cadere il governo.

Quanto all'Unione, coalizione POLITICA tutt'altro che omogenea (potrei definirla un ''fritto misto''), con tutte le sue contraddizioni, si può dire che sicuramente non è il massimo, personalmente l'ho votata soprattutto guardando cosa c'era dall'altra parte... ma almeno so che, a seconda di dove ho messo la croce, il mio voto servirà a fare spostare l'asse della coalizione.

martedì 11 aprile 2006



Un paese spezzato in due.

Gli eccessi di Silvio Berlusconi avrebbero dovuto
permettere alla sinistra di riportare una vittoria
elettorale a mani basse. Forte di un patrimonio personale
che ne fa il trentesimo uomo più ricco della Terra e di una
fiducia in se stesso che rasenta l'arroganza, il presidente
del consiglio italiano ha infranto tutti i limiti del
rispetto reciproco proprio di una democrazia. Berlusconi ha
denigrato gli avversari e ha usato un devastante manicheismo
alla Bush. E ora, come ci sono due Americhe, la politica di
Berlusconi ha messo due Italie una contro l'altra. Né le
sbandate verbali del premier né il suo disastroso bilancio
economico sono riusciti a provocare una reazione civica da
parte degli elettori. E a giudicare dalla campagna
elettorale che si è appena chiusa, è difficile credere che
l'Italia ne uscirà vincente.

Le Temps, Svizzera [in francese]
http://www.letemps.ch:80/template/editoriaux.asp?page=1&article=178721


Man mano che si avvicinavano le elezioni mi sono fatto prendere sempre di più da quella che pensavo fosse solo la sindrome di chi è in vantaggio: la paura di essere raggiunto.

Poi arrivano gli exit-poll: finalmente la conferma che è solo la sindrome… Ma in seguito sappiamo come è andata…

Secondo me, anche se per pochissimo (alla camera +0.7% che diventa vantaggio netto grazie al premio di maggioranza e al senato +2 senatori), l’importante è che ci sia stata la vittoria della politica (anche se potremmo dire che è un’accozzaglia dove stanno anche persone culturalmente di dx come Di Pietro o ultra-liberisti come i radicali, ma si può chiamare politica) contro la coalizione dell’insulto, dell’arroganza, degli affari, delle leggi ad personam, del populismo.

Quando (e se) verrà fatta una legge sul conflitto di interessi e verrà regolato l’uso dei mezzi di informazione potremo cominciare a parlare di confronto serio tra due opposte fazioni che la pensano diversamente.